I fotodiodi sono costituiti da una giunzione “pn piatta” che è in grado di rilevare luce e radiazioni infrarosse. Sono molto diffusi i diodi emettitori di luce più noti come LED (Light Emitting Diode), costituiti da giunzioni pn ad arseniuro o fosforo di gallio che, sotto polarizzazione diretta, emettono luce, rispettivamente rossa o verde. La luce è emessa quando il diodo viene eccitato da un passaggio di corrente emettendo un certo numero di fotoni che è proporzionale all’intensità applicata. Per quanto riguarda la tensione, in un circuito il comportamento dei Led è simile a quello di un normale diodo. Per quanto riguarda la caduta di tensione in polarizzazione diretta, è compresa tra 1,2 e i 2 volt e dipende dal colore del diodo, la più bassa è per il rosso. La tensione sopportata dai Led in senso inverso, invece è piccola, tra i 5V e i 25V, a causa della maggior concentrazione di impurità ed è necessarioa a una efficace produzione di radiazioni luminose.Solitamente si presentano sotto forma di un solo diodo a due terminali, e ai giorni nostri sono usati per rimpiazzare la maggior parte delle lampade segnaletiche grazie al minor costo e alla maggiore durata: non hanno infatti alcun filamento che si possa fondere e inoltre resistono benissimo alle vibrazioni.
LED a infrarossi
I diodi emettitori di luce infrarossa meritano una menzione
speciale; sono praticamente uguali ai diodi LED, sia dal punto di vista dell’aspetto che da quello del funzionamento: la differenza consiste nel fatto che la luce emessa è nella zona degli infrarossi e quindi non è una luce visibile. Questi diodi sono quelli comunemente utilizzati nei telecomandi degli apparecchi audio e TV
Anodo e catodo
A prima vista, abbiamo due modi per riconoscere ciascuno dei terminali di un diodo LED: il primo è cercare il terminale più lungo: il terminale corrispondente all’anodo, infatti, è più lungo di quello corrispondente al catodo. Con il secondo possiamo identificare il catodo, ricercando la parte piatta a cui quest’ultimo è vicino.
Simbolo