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Versione completa: delucidazioni sul GAIN
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cosa vuol dire abbassare o alzare il gain all'ampli??
se nella mia poca cultura ho capito bene,il gain non è altro che un potenziometro significa "allineare" il volt delle uscite pre della sorgente a quelle dell' amplificatore. ricorda che alzandolo non avrai mai un aumento di watt quelli rimangono sempre uguali sia a gain 0 che a gain max. credo che sia così...
In parole semplici è il rapporto tra tensione d'ingresso e tensione d'uscita...
si e un rapporto.. ma i watt aumentano e come.. il gain non è altro che una resistenza variabile.
BASTA CON LE CAZZATE METTETEVI QUESTO IN TESTA!!!!
L’amplificatore NON HA VOLUME!!! Non a caso vi è scritto GAIN e non volume sul potenziometro tanto amato dagli smanettoni (ricordiamoci ancora una volta: ogni vocabolo ha il suo significato). Vediamo di fare chiarezza e di capire il perchè delle cose una volta per tutte.

Condizione 1
Un sistema di riproduzione ad Alta Fedeltà è, nella sua forma più raffinata, un insieme di componenti di altissima qualità, i quali interagiscono tra loro a dare un risultato che sia il più naturale possibile, privo di alterazioni dinamiche e timbriche. Ebbene, ciò vuol dire che ogni parametro da inserire nella catena deve essere compatibile con tutti quelli a cui è logicamente connesso.

Condizione 2
L’amplificatore, si sa, amplifica il segnale che gli portiamo tramite linea preamplificata e lo amplificherà di più o di meno in base alla sua potenza nominale (al guadagno cioè che riesce a sviluppare a livello circuitale). Ciò vuol dire che a parità di sorgente e di altoparlante, svilupperò una potenza maggiore dove installo l’ampli più performante e una minore dove installo l’ampli meno performante. Questo è chiaramente ovvio.

Condizione 3
La potenza nominale e l’efficienza acustica non sono due grandezze relazionabili (non possiamo quindi presumere quale sarà il volume di ascolto massimo, o quanto sarà elevato, se ci proporzioniamo solo ed esclusivamente ai Watt per canale dichiarati). L’amplificatore, ha un guadagno che è fisso, ciò vuol dire che:
- indipendentemente dal livello (tensione) del segnale con cui lo piloto lui effettuerà la moltiplica del segnale

- dipendentemente dal segnale con cui lo piloto lui renderà in uscita un volume (chiamiamolo così per semplicità) maggiore o minore

In sostanza la potenza dell’ampli ci dice SOLO DI QUANTO è in grado di elevare il segnale (un pò come accade nel trasformatore elettrico, dove dato il rapporto-spire X ottengo una tensione in uscita moltiplica di X volte e una corrente di 1/X volte) e non quale sarà il risultato finale.

Enunciato
Quindi scopriamo che: se la sogente ha un’uscita preamplificata di elevato voltaggio, avrei un “volume” maggiore, altrimenti minore. Dopo tutta questa pappardella abbiamo capito che l’ampli ha dei parametri indiscutibilmente fissi e costanti: l’impedenza di ingresso e la potenza nominale (ognuna delle due decisa dai progettisti) le quali pregiudicano (nel bene e nel male) ciò che a lato pratico otterremo dal nostro sistema.

Risoluzione
E qui entra in gioco il gain, poichè in mezzo a tutte queste costanti, qualcosa sfugge: la sensibilità di uscita della nostra sorgente. Ogni autoradio ha un SUO valore di uscita ed è impensabile che si possa con un generico segnale pilotare un finale, senza rischiare il clip e la saturazione (nel caso di segnali troppo elevati) o livelli e ampiezze scarse (nel caso di segnali troppo bassi). Diciamo quindi che il gain è di una specie di correttore di coppia, una riduzione, una piccola interfaccia in grado di rendere compatibile la sensibilità di uscita del segnale dell’autoradio con quella di ingresso dell’amplificatore per far si che TUTTO il sistema sia COMPATIBILE e che si possa ottenere un risultato soddisfacente.

In effetti, alcuni amplificatori, mostrano un trimmer a scala invertita, dove sul telaio con gain al minimo leggo 9 Volt e gain al massimo leggo 0,9 Volt. Questo perchè il gain in sè è da regolare (a livello teroci) SOLO ED ESCLUSIVAMENTE in base all’uscita della sorgente (o comunque non propriamente a naso). Logicamente, quindi, se ho una radio con un’uscita elevata dovrò abbassare il gain, mentre se la mia sorgente ha un’uscita molto bassa, il gain dovrà gioco forza aumentare.

Conclusione
Il gain sarà quindi sempre settato univocamente, indipendentemente dagli altoparlanti che pilota ma dipendentemente dalla resa acustica (come procedere lo vediamo qui), e sarà da modificare SE E SOLO SE cambiamo l’autoradio con una che presenti una tensione sull’uscita pre-amplificata differente. Se il risultato non è soddisfacente (sotto qualsiasi aspetto, volume, dinamica, qualità, velocità, riserva di carica, timbro, ecc.ecc.) significa che abbiamo progettato male l’impianto e che abbiamo scelto un amplificatore poco potente; ma non dovremo mai agire sul gain o peggioreremo tutti i parametri sopraelencati che già non risultavano all’altezza delle nostre aspettative.

In pratica
Abbiamo detto che quel bel trimmer a portata di cacciavite va settato con cognizione di causa. Ma cosa accade in realtà, all’interno dell’ampli? Facendo di nuovo riferimento al trasformatore, ci ricordiamo che il tal rapporto spire era quel valore di moltiplicazione/divisione per il quale l’uscita risultava differente dall’ingresso. L’amplificatore fa più o meno la stessa cosa: preleva alimentazione esterna per abilitare tutta una serie di circuiti che operino l’amplificazione (in funzione del guadagno circuitale). Come già introdotto, il guadagno di questo dispositivo è esprimibile anche in decibel, e come spiegato nell’articolo dedicato, se posso parlare di decibel è perchè ho due grandezze omogenee sotto analisi. Le due grandezze in oggetto sono il livello/tensione/sensibilità/ampiezza in ingresso e quello in uscita.

Se io volessi, nel mio fantomatico trasformatore, modificare il guadagno (analogamente il rapporto spire) cosa dovrei fare? O aumento gli avvolgimenti al primario, o diminuisco gli avvolgimenti al secondario, altro non mi è dato fare…
Ad esempio:
- un trasformatore 220V-12V mostra un rapporto tensioni di 18.33, ciò significa che il rapporto tra il numero di spire al primario e al secondario è 18.33 (V1/V2 = N1/N2);
- un trasformatore 220V-24V mostra un rapporto tensioni di 9.16
- un trasformatore 110V-12V mostra un rapporto tensioni di 9.16

Cosa scopro? Che da una situazione iniziale, posso a scelta modificare l’ingresso o l’uscita poichè ciò che conta è il rapporto tra le due grandezze, non i valori assoluti.

Il gain è un selettore di intensità del circuito primario, ovvero del segnale preamplificato in ingresso, il cui valore si ripercuote sull’uscita. Dobbiamo aver capito bene cosa sia questo “guadagno”, o rischiamo di credere che l’ampli sia in grado di volta in volta di amplificare di più o di meno, quando in realtà lui si ritrova semplicemente ad amplificare un segnale più alto o più basso in ingresso…

Il limite
Mettiamo caso che dopo aver capito che quel potenziometro non è un volume, nè un selettore di “potenza amplificante”, vogliamo comunque metterci mano lo stesso. Cosa accadrebbe? Torniamo ancora una volta sul nostro trasformatore: si tratta di una semplice macchina elettrica, con un paio di dati di targa, niente di più, e già leggiamo che è prefissato un limite massimo di tensione in ingresso, o si rischia di danneggiare anche pesantemente tutto il dispositivo. Figuriamoci cosa può succedere ad un amplificatore intero, che non ha dentro solo un trasformatore, ma anche una marea di circuiti e circuitini che si ritroveranno sovrapilotati, incapaci di gestire segnali troppo elevati. Questa incapacità, a seconda di quale area elettrica sia influenzata, si tradurrà in: diminuizione del rapporto Segnale/Rumore, diminuizione della gamma dinamica, aumento della Distorsione Armonica Totale, diminuizione di velocità nei transienti, diminuizione della riserva di corrente, clipping, saturazione, intervento delle protezioni, ecc.ecc.ecc.

Quindi, guadagno o non guadagno, volume o non volume, quel potenziometro va settato indipendentemente da tutto con cognizione di causa, dopo aver capito bene di cosa si tratta e su cosa operi.

Giusto per essere chiari queste cose non le ho scritte io
ma le ho trovate sul link
http://officineacustiche.wordpress.com/2...e-cazzate/

Comunque caro marr1, quando si fa copia-incolla da un altro sito bisogna sempre citare la fonte da dove si sono prese le informazioni...
In questo caso: http://officineacustiche.wordpress.com/2...e-cazzate/
Mark ha scritto:

Comunque caro marr1, quando si fa copia-incolla da un altro sito bisogna sempre citare la fonte da dove si sono prese le informazioni...
In questo caso: http://officineacustiche.wordpress.com/2...e-cazzate/

UHAHAHA!! L'hai preso propio in catagna!!!! [^][^][^]
mark3004 ha scritto:

<div align="center" id="quote2"><table class="quote"><tr><td class="quotetd"></td></tr><tr><td class="quotetd2"><span class="quotetext">Mark ha scritto:

Comunque caro marr1, quando si fa copia-incolla da un altro sito bisogna sempre citare la fonte da dove si sono prese le informazioni...
In questo caso: http://officineacustiche.wordpress.com/2...e-cazzate/
</span></td></tr></table></div align="center" id="quote2">

UHAHAHA!! L'hai preso propio in catagna!!!! [^][^][^]

E' già la seconda volta... Me ne sono accorto anch'io leggendo questo discorso sulla tenuta in potenza di un altoparlante

http://www.professionistidelsuono.net/fo...C_ID=13073
NON SAPEVO CHE POTEVO METTERE ANCHE LA FONTE. ALTRI FORUM DIFFICILMENTE LE ACCETTANO
PER PAURA DI PUBBLICITA' O ALTRO LA PROSSIMA VOLTA LE INSERISCO.
GRAZIE PER AVERMELO DETTO.

consiglio scrivi in minuscolo se no gli amministratori si arrabbiano e fanno bene
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