ARTA – Ritardi Temporali in un impianto audio – Parte 1- Preparazione

Intorduzione

Bene, inizio con grande umiltà da parte mia una piccola prefazione dove cerco di spiegare (cercando di non fare troppi giri assurdi), per chi non lo sapesse, cosa sono questi benedetti tempi di volo e perchè sarebbe conveniente misurarli in auto durante la messa a punto di un impianto.
Quelli che chiamiamo tempo di volo non è altro che il tempo che impiega il suono per percorrere la distanza che intercorre fra un dato altoparlante che emette un suono ed il punto di ascolto (dove verrà piazzato il microfono durante la misura), quindi per questo si definisce TEMPO DI VOLO, solitamente date le ridotte distanze in gioco, e data la velocità del suono che equivale grossomodo nell’aria a 344 m/s, questo tempo è dell’ordine di qualche millisecondo.

Vi chiederete: perchè non misurare la distanza con un semplice metro?

Risposta: dove posizioni il metro nell’altoparlante?  nel parapolvere? al centro del cono? sulla sospensione? quindi primo esempio di imprecisione che può essere anche in alcuni casi di qualche centimetro.

Aggiungo, quello che noi chiamiamo altoparlante non è altro che un aggeggio che trasforma un impulso da elettrico a movimento meccanico ed infine ad impulso acustico, questa trasformazione richiede del tempo (frazioni di secondo) per avvenire, la quantità di tempo richiesto dipende anche da parametri elettromeccanici come per esempio il peso dell’equipaggio mobile, la potenza del motore, ed altri,  questa è la velocità con la quale l’AP reagisce all’impulso e che potremmo chiamare ad esempio ritardo di emissione.

Da questo se ne deduce, semplificando al massimo, che per esempio un wf emetterà più lentamente rispetto ad un tw, perchè ha una massa mobile maggiore e quindi maggiore latenza nel partire all’impulso

Quindi capirete che anche questa variabile non è misurabile con un semplice metro, perchè si tratta di tempo (se ipoteticamente si montano a filo su uno stesso pannello due altoparlanti diversi, la distanza in cm al punto di ascolto sarà uguale, ma non la distanza “acustica” che risentirà del ritardo introdotto dall’inerzia propria di ciascun altoparlante).

Quando si vanno a misurare i tempi di volo, in realtà si misura la DISTANZA ACUSTICA tenendo conto dei ritardi propri che ogni altoparlante introduce + la distanza che il suono deve effettivamente percorrere una volta prodotto dalla membrana per arrivare al punto di ascolto/misura.

Con il metro invece cosa si misura? Come si fà a sapere il ritardo proprio introdotto da ogni altoparlante?

L’allineamento dei tempi di volo uguali per tutte le vie è la base di partenza per la messa a punto finale di un impianto, perchè regolandoli si fà in modo che il suono di tutte le vie arrivi all’orecchio nello stesso istante tenendo conto di tutte le latenze introdotte da tutta la catena audio.

Come si può fare questa misura?

Con il nostro solito software ARTA e con l’ausilio di una scheda audio e di un microfono Tongue

Preparazione

Questa è una modalità di misura dei ritardi semplificata che si effettua entrando a livello linea nella catena audio.
Per chi non lo sapesse, entrare a livello linea vuol dire iniettare il segnale MLS che serve per fare la misurazione nell’entrata RCA del processore, oppure dell’amplificatore, oppure ancora nell’entrata AUX della sorgente, io ad esempio sono entrato dal processore (poi vedremo come), in questa maniera opero in tempo reale, cioè faccio la misurazione e in base al risultato imposto i ritardi e poi ri-misuro per controllare e così via fino a quando combacia tutto alla perfezione.
Il tutto ricavando il loop di riferimento direttamente nella scheda audio esterna senza il bisogno di complicarsi la vita con reti di attenuazione L-Pad e via discorrendo (IN OGNI CASO FATE SEMPRE ATTENZIONE AI LIVELLI)

Sarebbe saggio misurare i tempi di volo (o ritardi che dir si voglia) senza nessun tipo di filtro per non immettere altre possibili variabili se non quelle intrinseche al funzionamento dell’altoparlante stesso, senza filtri il segnale da inviare deve essere a un livello tale da non arrecare danni al trasduttore quindi OCCHIO AL LIVELLO con il quale inviate il segnale agli altoparlanti, INIZIATE SEMPRE CON UN LIVELLO BASSO E POI EVENTUALMENTE AGGIUSTATE.

Iniziamo con il vedere cosa ci occorre:

Microfono al punto di ascolto:foto1_zps6qd9zyyvIMPORTANTISSIMO, vi raccomando di curare il posizionamento del microfono, la sua posizione deve coincidere con quella delle orecchie, al centro delle due, fatevi aiutare a prendere la misura più precisa possibile di dove si trovano le vostre orecchie quando siete seduti al posto di guida e prendete dei riferimenti, ecco lì metterete il microfono ogni volta, questo vi servirà anche per avere la ripetibilità delle misure ogni volta che le farete (possono sembrare fesserie da fissati, invece vi garantisco che sono gli aspetti che fanno la differenza).

 

Cavo RCA per entrare nel processore:

foto2_zps9kcwlrss

oppure entrare tramite AUX nella sorgente con un cavo simile ad esempio:

foto3_zpsqff3vkhf

 

Anche in questo caso potete operare in tempo reale dal DSP della radio, OCCHIO AL LIVELLO SE ENTRATE NELL’AUX DELLA RADIO, se è troppo alto potete bruciarla, io vi ho avvisati non mi prendo nessuna responsabilità.
Se non avete il processore e neanche l’AUX potete entrare direttamente nell’amplificatore (in tal caso dopo le rilevazioni dovete calcolarvi la differenza dei tempi di volo  a manina ed impostarle in seguito),

foto4_zpsssgdfmgf

 

Questo me lo sono autocostruito, serve per mettere in loop solo il canale destro (che è quello che ARTA usa come riferimento),
in pratica due jack STEREO sui quali ho collegato solo la massa ed il canale destro, per i collegamenti fare riferimento all’immagine seguente:

jack stereo_zps7spsjygc

Usando un normale cavo stereo la mia scheda non funzionava perché logicamente venivano messi tutti e due i canali in loop e quindi il software non rilevava il segnale in entrata dal microfono, con l’hardware in vostro possesso vedete un po’ voi.

Scheda audio esterna
Nel mio caso una vetusta M-Audio mobile pre USB, l’importante è che sia dual channel.
E che funzioni in modalità duplex cioè in grado di registrare e trasmettere contemporaneamente su entrambi i canali.

 

Articolo Scritto, ideato e realizzato da Giuseppe Genovese (felixstyle).Grazie! Contattalo

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Una risposta

  1. Gurzo ha detto:

    Ciao ! Articolo interessante. Anch’io posseggo una “meravigliosa” M-Audio e so che ha una latenza di circa 20/25ms in full duplex che può arrivare a 100ms in base al driver o al software che si utilizza. Per esempio, sotto WinDOS con Cubase e driver ASIO sta sui 70ms. Sotto Mac, driver proprietari con l’aggiunta di qualche barbatrucco di LogicPro, sta sui 20ms. Arrivo al punto. Non so con quali driver ARTA si interfacci alla scheda audio. Certo è che questi ritardi sono variabili e non costanti nel tempo. Mi chiedo se alla fine non sia più semplice e veloce misurare in centimetri e ciao Pep …. personalmente ho provato in entrambe i modi ed i risultati sono simil uguali. Certo, lo ammetto, non posseggo orecchie d’oro 🙂

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